Il ciclo di seminari nasce come ricerca parallela e integrata all’omonimo progetto:
CORPI SENZA OSSA
Reminiscenze sacre nella cyborg society
di e con
Lara Barzon e Francesca Tomassetti
E’ un progetto di ampio respiro che utilizza i linguaggi del teatro, della danza, della fotografia, della scrittura poetica e della videoperfomance. La ricerca che sorge dalle immagini evocate dall’antica leggenda de La Loba, la raccoglitrice di ossa. Grazie alla figura della Loba, l’anima ritrova finalmente il suo posto nello spazio fisico più interno al nostro corpo: le ossa.
E’ un’indagine sulla precarietà insita nella condizione umana, nasciamo con ossa tenere, viviamo fin da subito nell’impossibilità di sostenerci da soli, per nascere davvero abbiamo bisogno di essere guidati da un’anima antica, per vivere davvero abbiamo bisogno di allearci.
A questa precarietà originaria, che trascende lo spazio e il tempo, si affianca una precarietà che potremmo chiamare contemporanea, radicata nel momento storico che stiamo attraversando, caratterizzato da un mondo frammentato, dove i nostri corpi sono sempre più corpi senza ossa.
Corpi senza ossa è prima di ogni altra cosa una ricerca di metodo, un processo che ci porta ad attraversare con tutto il nostro corpo strutture fatiscenti, pericolanti, luoghi abbandonati, indagando le vite invisibili che si nascondono in questi spazi sgretolati, perché la danza e il teatro sono nulla se non si sporcano di verità, di vissuti, di spazi urbani, con i quali amalgamare il processo creativo.
A tale proposito è fondamentale la collaborazione con Fausto Ribeiro (regista attivo in Brasile e Uruguay) esperto di drammaturgia urbana, che ha deciso di sposare il progetto e di arricchirlo con il suo orientamento artistico e registico.
In questa prospettiva non convenzionale abbiamo deciso di non usare scenografie, se non quelle offerte dagli spazi che mano a mano andiamo ad attraversare, e di lasciare invece ampio spazio alla ricerca sui costumi, diretta da Giovanna Ferrara Costumi Teatrali, i quali nelle loro possibilità metamorfiche vanno a costituire il paesaggio all’interno del quale si svolge l’azione.
In quest’ottica l’atto teatrale e danzato è solo uno degli strumenti di ricerca. Per questa ragione abbiamo deciso di aprire la nostra esplorazione ad altri linguaggi, come ad esempio quello della fotografia e della videoperformance. In particolare grazie collaborazione del fotoreporter sociale Claudio Colotti che già da anni orienta la sua ricerca nell’ambito delle criticità sociali contemporanee, Corpi senza ossa è diventato anche un progetto fotografico.